martedì 12 gennaio 2016

Cara LiLLy del passato

Cara LiLLy del passato, ti scrivo.
Così mi distraggo un po'.
E siccome sei molto lontana, più forte ti scriverò.
Da quando sei partita, c'è una grossa novità.
quel triste passato è finito oramai e qua per certi versi va.
E va alla grandissima.

Ti aspettavi il contrario, vero? Vecchia pessimista che non sei altro, mannaggia a te!
Sai che ti penso? Penso a te quando, nel 2009, asciugandoti le lacrime, iniziavano a girati in testa quelle solite quattro domande:
"Le coppie felici esistono?"
"Perché amare significa anche soffrire?"
"Cosa c'è di sbagliato in me che ho una relazione pluriennale eppure litigo ogni santissimo giorno con la mia adorata metà?"
"Perché per amare bisogna per forza scendere a compromessi?"

A 25 anni per certi versi eri già arrivata. Avevi una casa. Avevi un contratto a tempo indeterminato.
Se ti fosse capitato di rimanere incinta probabilmente non ti sarebbe mancato nulla per fare crescerei il tuo bambino in un ambiente sano e confortevole.
Quel bambino, o quella bambina, non è mai arrivato/a. E tu lo sai benissimo perché, vero?

Ma dammi la possibilità di donarti un minimo di senso in mezzo a quella palude di punti interrogativi e lacrime che ti sta inghiottendo
LiLLy mia, gioia bella, ho qualche anno in più di te e un po' più di esperienza sul groppone.
Vuoi sapere se esistono le coppie felici?
Ebbene, tieniti forte perché questa proprio non te l'aspetti di sicuro.
Sì, esistono. Non sono fantascienza e non sono nemmeno una specie in via d'estinzione.
Succede, che due persone vadano così tanto d'accordo da ringraziare il cielo per ogni singolo attimo passato insieme.
Non è magìa, non è botta di culo.
Bisogna lavorare su se stessi. Provare a far luce sulle zone d'ombra, sedare le paure insensate, capire che cosa si vuole. E soprattutto non riporre nell'altro le sorti della propria felicità.
Cara LiLLy, gli altri hanno dei limiti sai? Forse è proprio questo che ti sfugge.
Amare qualcun altro, come ho già detto e ripetuto, è il felice coronamento di un atto d'amore che nasce prima di tutto verso se stessi, capisci?

Seconda domanda: "Amare significa soffrire"?
Tesoro, no.
Riflettici un attimo, se continui a scofanarti di bignè e ad un certo punto scopri che sei celiaca, che fai? Continui a magnare imperterrita bignè o inizi a cercare qualche prodotto gluten free?
Dicesi "Capacità di adattamento" cara LiLLy.
Chi cazzo te l'ha detto che devi soffrire? Il dottore?
Certo, stare a stretto contatto con una persone può significare, a volte, avere qualche timore per il futuro. Altre volte non ci si capisce o magari si è stanchi.
Succede,
Come succede anche che ti prendi un pochino di tempo per capire cosa sta succedendo, per pensare a quanto sia meravigliosamente perfetta e imperfetta la persona che ti sta accanto, per parlarle serenamente di come ti senti.
E lì ti accorgi che ti senti infinitamente grata nei confronti del Grande Capo, perché cazzarola, tu sei viva, lui e vivo e finché avrete la fortuna di essere due persona sane e in salute allora non si può che godere del presente.
Capisci? Quando manca la gratitudine, mi dici che cazzo di senso ha? Perché? A che pro?

Domanda numero tre: "Cosa c'è di sbagliato in me che ho una relazione pluriennale eppure litigo ogni santissimo giorno con la mia adorata metà?"
LiLLy mia, io ti conosco bene, sai? So che sei una persona curiosa e che ha sempre avuto tanta voglia di crescere e di imparare.
Quante volte ti sei messa in discussione?
Troppe.
Ecco, forse la risposta alla tua domanda è che il problema non sei tu.
Forse il problema è che ti stai accanto



.
LiLLy, pensaci bene: stai lottando ogni singolo giorno con un solo obiettivo in testa: essere almeno un pochino felice. Ci hai provato. E hai provato a coinvolgere anche la tua dolce metà.
Gioia mia. Non è colpa tua. Ci sono persone che non sanno essere felici e che per questo avvelenano anche la felicità altrui.
Come ti dicevo prima, gli altri hanno dei limiti. Tu pure e per quanto il tuo ego sia decisamente smisurato, non sei dio, quindi non puoi farci nulla. Cosa ti rimane a questo punto? Facile. Il tuo sacro desiderio di stare bene.

Ma veniamo al dunque dei dunque: i compromessi.
No perché io lo so che per certi versi il tuo sviluppo etico e morale s'è incagliato contro qualche iceberg di natura ancora non ben definita, ancora ai tempi delle elementari. O forse anche prima.
Ti conosco mascherina, e so che stai lì ad ipotizzare baratti del tipo:
"Se rinuncio un po' a me stessa, lui mi darà in cambio un minimo di sicurezza"
"Se gliela do un po' più spesso, magari mi porta fuori a cena"
"Se sto zitta posso avere in cambio un po' di pace"
 Ma insomma ragazza mia, che modo di ragionare è mai questo?
Mai, Mai, MAI rinunciare a se stessi.
E non mi dire che lo fai per amore, no, questa è una cazzata colossale.
Hai presente la solita frasettina stra abusata, Bacio Perugina Style che recita: "Chi ti ama, ti ama esattamente per quello che sei"?
Fidati, è vera.
Si può avere la grande, immensa fortuna di avere accanto un uomo che è felice nel vederti realizzata e contenta.
Che non è invidioso se un giorno riesci a sentirti alleggerita dai mille problemi solo perché fuori c'è un tramonto spettacolare e tu hai il cuore colmo di gioia.
Che quando ti viene voglia di andartene a spasso per l'Italia, lui ti dice: "Vai e divertiti" (che non suona come un vaffanculo eh, attenzione)
Che il tempo speso insieme lo si trascorre facendo ciò che dà gioia e fa stare bene entrambi.
LiLLy mai sentito la parola "Condividere"?

Poi oh, non t'aspettare situazioni idealistiche e iper-perfette.
Qualche compromesso ci sta,
L'importante è chiedersi sempre se ne vale la pena.
E rispondersi sempre sinceramente.

Chiudo con la sensazione di aver detto un sacco di banalità.
Eppure non sono proprio le cose ovvie che spesso perdiamo di vista?

Forza e coraggio cara LiLLy del passato, ti direi di asciugarti le lacrime e andare a farti una passeggiata che ci sono tante cose belle da fare e vedere anche in momenti difficili come quelli che stai vivendo tu. Ma so che non lo faresti. Ti lascio al tuo tempo.

Un abbraccio.

LiLLy dal futuro









giovedì 7 gennaio 2016

Prima o poi tornerò a scrivere con una certa regolità

Dovrebbero inventare un nuovo Activia, quello che ti fa tornare ad avere una certa regolarità.
E non sto parlando di quella intestinale.
Sono stitica.
Sono bloccata a livello creativo. Raccolgo e assorbo ma non mi svuoto e non produco.
Insomma, 'sto cazzo di Activia qualcuno lo può brevettare?
Anche una sorta di Falqui-creativo ci potrebbe stare.
Lo prendi e vieni colto da una sorta di diarrea-esteticoscribacchina e devi rimanere a casa attaccato al pc scrivere, sistemare foto e dipingere.
E devo dire che mi piace molto questa cosa che mi assento per settimane (mesi forse?) e quando torno faccio 'sti bei discorsi di merda,
Ma a voi è mai successo di essere stitici creativamente? Che fate? C'avete magari qualche rimedio casalingo? Mangiare tanta verdura può servire a qualcosa?
Ma andiamo oltre.
E vediamo di iniziare FINALMENTE a produrre.
Cosa? Non lo so. Qualsiasi cosa va bene piuttosto che stare con le mani in mano.
Approfitto di questa felice "primavera dello spirito", confermata anche dal sole che mi fa "ciao ciao" dalla finestra, e, come Atreyu che stringe tra le mani l'ultimo granello di sabbia di Fantàsia e finalmente si reinventa tutto un mondo nuovo. anche io mi appresto a creare questo nuovo post.

Esplosione FalquiCreativa, tipo che tiro fuori tutto quello che c'ho dentro e come viene?
O controllata, così come la Marcuzzi e Shakira disciplinano il loro intestino a suon di bifidus actiregularis, producendo un pochino tutti i giorni e sempre alla stessa ora?

Io solitamente opto per le esplosioni controllate.

E caso mai gliene dovesse importare qualcosa a qualcuno vi mostro quello che ho prodotto ho prodotto nell'ultimo anno della mia esistenza, impiastricciandomi le mani e insozzando in giro. Rischiando perfino di essere linciata viva dal mio coinquilino quando si é trovato l'acrilico nella sua tazza preferita.
Ho iniziato a dipingere.
"Brava LiLLy, non sapevamo che fossi anche capace di disegnare"
E infatti sono totalmente incapace di disegnare.
Roba che la mia maestra delle elementari, quando vedeva i miei disegni impallidiva.
Roba che quando una mia amica, appassionata di psicologia, si mise ad analizzare un mio disegno, così per gioco, mi consigliò di andare da uno psicologo. Un psicologo vero.
"Non hai il senso delle proporzioni! Hai disegnato una casa con una porta minuscola e una bambina alta quanto il tetto, ma ti rendi conto? E se la bambina volesse passare per la porta?"
Io pensai immediatamente ad "Alice nel paese delle meraviglie" al motto "Nulla è impossibile" (o impassabile)
Poi relizzai che Lewis Carrol effettivamente forse tanto a posto di testa non era.
"E la testa della bambina ... è enorme! Credi che un corpo così piccolo possa reggere un peso così massiccio? Certo che tu c'hai proprio una percezione molto distorta della realtà..."

E così smisi di disegnare.
Almeno finchè non ho scoperto la pittura astratta.
L'astrattismo è una figata. Non ci sono bambine e porte.
Nè proporzioni.
Regole zero.
E così ho iniziato a buttare fuori qualcosa.
Caso mai i miei dipinti dovessero farvi cagare (e ridaje con 'ste immagini bon ton), vi prego, non ditemelo. Perché sono una donna molto suscettibile e potrei rimanerci male.
Questa è la prima mia tela che vi mostro.
In seguito pubblicherò anche le altre. Così vi lascio con un po' di suspence.
L'ho intitolata,  "Paesggio interiore 8".
O almeno credo.
Che a me 'sta cosa dei titoli mi manda fuori di testa.
Come cazzo faccio ad intitolare una roba del genere?





In mezzo c'ho pure trovato un capello. Voi non lo vedete ma vi assicuro che c'è. Mi si propspetta un interessante destino da body artist, ne sono sicura.