martedì 29 ottobre 2013

Col cuore spezzato

Noi donne siamo fatte male.
Ma no, perché generalizzare?
IO sono fatta male.

"Io mi so dar ottimi consigli, ma poi seguirli mai non so. E per questo nei pasticci spesso son"
Mi sento esattamente come Alice. Persa. Smarrita.
E anche vagamente idiota.

"LiLLy, insomma, sei sicura di voler iniziare questa cosa con me? Non vorrei farti soffrire"
"Soffrire chi, io? Ma stai scherzando?"
"Pensaci bene, prendi anche in considerazione i rischi che correresti, e, giusto per essere chiaro, ti ripeto. Non voglio farti soffrire"
"Io non soffro, io non mi illudo. E mica c'ho più tredici anni eh, ce ne ho quasi trenta. E poi se dovessi soffrire tu non c'entreresti nulla. La responsibilità sarebbe mia che in questa situazione mi ci sto mettendo con le mie mani"
(Apro una perentesi: ma vi rendete conto di quanto sono cazzona? Ma c'è qualcuna più cazzona di me? Ecco, se sì, fatemela conoscere, insieme credo che potremmo fare grandi cose)

"Mi stupisci, sei una ragazza davvero molto intelligente e matura"
Già. Matura. Avete presente le banane quando diventano nere? Le mele quando fanno i vermi? Gli acini d'uva quando appassiscono?

Che poi c'è anche il problema che quando quella noce rancida che ti trovi al posto del cervello capisce perfettamente la situazione a livello razionale, ma reagisce inviando segnali completamente opposti, ti ritrovi invasa da scariche ormonali pazzesche.Ti senti euforica e felice, come una giovincella alla prese con la prima cotta.
E inizi a pensare che forse, forse, nonostante lui sia impegnato, nonostante tutta la situazione di merda, una qualche speranza c'è.
Una parte di te si comporta "Come se" prima o poi qualcosa possa succedere.

"Ti ho preso una cosina...sai volevo farti una sorpresa"
E tu inizi a farti i film in testa.
Film in cui, come da copione, lui si prostra ai tuoi piedi inginocchiandosi. Ti dice che sei la donna della sua vita e tira fuori la scatola. Anzi, scusate, non la scatola. La Scatola. Quella che io mi sono sempre immaginata bianco candido vergineo. Quella con dentro l'anello.

Ebbene, caso mai ve ne fregasse qualcosa, l'anello me l'aveva preso sul serio.
Ma non quello che si infila al dito. Quello che si infila sul pene, che vibra e serve per stimolare il clitoride.
L'avete mai provato?
Sicuramente è molto piacevole.
Ma non così piacevole da lenire il mio senso di solitudine e da soddisfare il mio bisogno di sentirmi amata.

Ho capito che dovevo smettere di viaggiare con la fantasia un imprecisato giorno di metà settembre.
Eravamo in macchina, abbracciati stretti, la radio accesa.
Ad un certo punto si stacca da me, inizia a guardare un punto fisso nel vuoto.
Sembra perplesso, quasi impaurito.
Capisco che è arrivato il momento, il momento in cui lui sta prendendo, dolorosamente, coscienza dei sentimenti che prova per me.
Cosa posso fare? Sono emozionata, ho un nodo alla gola, quasi tremo.
E con un filo appena di voce gli chiedo..."A che pensi?"
"Non hai sentito? Hanno detto che avrebbero fatto sentire un pezzo dei Queen, ma questo che sta cantando non mi sembra Freddy Mercury...accidenti, non capisco"
Cazzo hai detto idiota d'un idiota? Cioè, io sto qua con la tremarella, che per poco mi viene un attacco di tachicardia, e tu te n vieni fuori con 'sta stronzata colossale? Ma ti rendi conto? Ma che cazzo ti suggerisce il cervello? Idiota, pirla, deficiente, testa di cazzo, minchione, faccia da culo, rimbambito che non sei altro?
"Infatti, non è Freddy Mercury. Non so che cazzo abbia capito tu, comunque è Janis Joplin"
Non so se rimasi più merdosamente male per il fatto che m'aveva confuso Janis Joplin con Freddy Mercury o se perché aveva, ancora una volta, disatteso i miei desideri.
So solo che mentre sentivo in sottofondo "Piece of my heart", mi venne una gran voglia di sbattergli violentemente la testa contro il finestrino chiuso della macchina.
Dolore. Dolore immenso. E rabbia cieca.

Ho capito che dovevo farla finita l'ultima volta che abbiamo passato la notte insieme.
Mi sentivo ancora una volta, persa, smarrita, in balìa degli eventi.
E, in quell'antro buio e freddo dove mai batte il sole, che è il mio piccolo cuore impaurito, ho chiesto un segno, una prova tangibile di tutto ciò che quella notte era stato per noi e per me.
Per una volta i miei desideri sono stati esauditi.
Mi è venuta la cistite acuta. La prossima volta che chiederò un segno, cercherò di essere meno vaga, altrimenti chissà che cazzo mi combina il Grande Capo.

Siccome ho sottolineato più di una volta, quanto io sia una persona saggia, intelligente, equilibrata, matura, perspicace e intelligente, voglio stare al di sopra delle parti, come è giusto che sia. Non voglio dare la colpa a me stessa. Dopotutto avere fame d'amore ti confonde e ti rende vulnerabile.
Non voglio dare la colpa a lui che è sempre stato chiaro.
No, io la colpa la do a Joker che ha portato una sfiga pazzesca e me l'ha mandata quando in un commento mi ha scritto "Ti spezzerà il cuore, lo sai?".
Joker, hai mai pensato di mandare il curriculum a Vanna Marchi? *

Di solito quando la vita sentimentale va male, la soluzione migliore sarebbe buttarsi a capofitto nel lavoro. Che non ho.
"Suvvia LiLLy, non disperare, cerca sostegno nei tuoi affetti più cari"
I miei affetti più cari stanno a 350 chilometri di distanza.
"E allora? Che cosa vuoi fare?"
Intanto me ne vado a Roma.
Poi si vedrà
"O mio dio! Cosa sta succedendo? Dove vai? A Roma? Ma che cazzo stai combinando?"
E minchia, ma tutto adesso vi devo dire?




*Joker, please, concedimi l'onore di prenderti in giro. Scherzarci sopra è l'unica cosa che mi rimane da fare adesso :(

domenica 27 ottobre 2013

Mi complimento da sola

Sono brava. Proprio brava.
Nonostante mi sia beccata un virus gastrointestinale che mi ha costretta a letto due giorni. E nonostante mi sia partito un'altra volta il portatile, ho portato avanti il programma.
Certo, con forti rallentamenti. Ho dovuto rimandare il giro per la varie agenzie interinali.
E, confesso, non ho ancora chiamato l'amministratore. Temevo che la ricezione di cattive notizie potesse farmi dare di stomaco ancora, comprendetemi.
A proposito. Il mio portatile. Quello con cui ho scritto praticamente tutti i miei post, il mio fedele compagno che mi ha consentito di vedere film, telefilm, e di cercare, inutilmente, lavoro, è passato a miglior vita. Un problemino alla scheda video risolvibile con una spesuccia di circa 300/400 euro. Praticamente quello che spesi tre anni fa per comprarlo.

È proprio vero che non fanno più i computer di una volta.

Per il resto mi sto dedicando ai miei svariati progetti, non appena daranno frutto e se lo daranno, vi farò sapere.
Ho anche deciso di dare una volta alla mia vita. Sono stanca degli uomini impegnati (soprattutto di UN uomo impegnato in particolare. Cioè, non ce l'ho con lui. Ce l'ho con questa situazione di merda che s'è venuta a creare).
Ho iniziato a guardarmi attorno.
E ho scoperto che il mondo là fuori pullula di uomini.
Impegnati.
Tutti.
E come al solito, te lo dicono sempre dopo.
Povera me.
Devo avere qualcosa che li attira, forse è il taglio di capelli, forse il modo di parlare, non lo so.

Vorrei fare tanto l'emancipata, quella che non deve chiedere mai e invece senza un uomo non so proprio stare. Mi manca un pezzo. E questo mi fa imbestialire. Voglio amare per la semplice voglia di amare e non per cercare di colmare vuoti incolmabili.


Ad ogni modo, mi mancano ancora pochi giorni ma con il programma sono già fin troppo avanti. Niente insulti. E un po' mi dispiace, ero davvero curiosa di vedere cosa sareste riusciti a combinare. Oh, se poi avete voglia di esibire le vostre acrobazie linguistiche in fatto di turpiloqui, fate pure. Ho bisogno di nuove fonti di ispirazione.

mercoledì 23 ottobre 2013

Il mio programma per punti

Vi conosco, so di cosa siete capaci. E so che se non rispetterò il programma dovrò aspettarmi il peggio.
Mi immagino una roba del tipo...

...Io che torno a casa.
Dal lavoro.
Perché va bene che dovrà andare di merda, ma così di merda da essere disoccupata ancora per molto, no.
Insomma torno dal lavoro e mia madre mi dice: "LiLLy, guarda, c'è posta per te!"
"Mamma, se è Maria De Filippi, uccidila e portami la sua testa. D'ora in avanti il Polase lo voglio bere dal suo cranio"
"LiLLy, ma insomma, cosa dici  mai? No che non è Maria De Filippi. Ti è arrivato un cd, un cd!"
"Cd? E chi minchia mi manda i cd?"
"I lettori del tuo blog, guarda, c'è scritto qui"
"O ma che pensiero gentile, mamma hai visto che carini? Prendo subito il portatile che voglio un po' vedere cosa m'hanno mandato"
E corro a prendere il portatile.
Infilo il cd.
Parte il video.
"Guarda mamma, guarda che bello, c'è un pupazzo!"
"Mi pare un po' palliduccio il pupazzo"
"E ha un naso enorme..."
"Lo sguardo alquanto inquietante..."
"Si, però guarda che figata, va in bicicletta..."
"Shhh LiLLy, zitta che sta per parlare"

E sento la vocina rassicurante del pupazzo dire: "LiLLy, voglio fare un gioco con te. Sei stata una ragazza molto cattiva. Hai continuato a pubblicare minchiate immani su internet pur avendo promesso più volte di smettere. Ti sei presa gioco dei tuoi lettori promettendo loro di rispettare un programma per punti. E non lo hai fatto. Che razza d'esempio sei per chi ti legge?"

"E ma insomma...e te la sei andata proprio a cercare, eh? Poi vai in giro a fare la figa dicendo che c'hai il blog..."
"Mamma, per l'amor di dio stai zitta"

E il pupazzo continua: "LiLLy, la vita è una, è breve e non va sprecata. I programmi si rispettano. I tuoi lettori sono molto, molto risentiti. Adesso, se ci tieni alla tua vita, me lo dovrai dimostrare. Hai presente la piadina che ti sei sparata oggi pomeriggio?"

"Ma tu non avevi smesso di mangiare porcate in giro? A casa mangi solo carote crude e poi fuori ingurgiti tutto quello che ti capita!"
"Cazzo mamma, zitta!"

"I funghi crudi della piadina erano velenosi. Se non vuoi schiattare devi andare all'ospedale per farti dare l'antidoto"

"Anvedi che bastardi i miei lettori! Hai visto mamma? Prima ti scrivono tutte quelle carinerie nei commenti e poi, appena ti giri, trac. Ti infilano i funghi avvelenati nella merenda. E te lo mandano pure a dire da un pupazzo brutto quanto l'inferno! Ma io non demordo, eh. Mò vado all'ospedale, mi faccio fare 'na flebo e sono a posto"

"All'ospedale ti aspetterà una troupe di canale 5. Verrai intervistata da Barbara D'Urso. La storia dei funghi avvelenati farà piangere mezza Italia"

"Eh? Nooooooooooooooo, nooooooooooooooooo Barbara D'Urso nooooo, ti prego!"

"Se sei così brava a spiattellare le tue sfighe su internet, non puoi non spiattellarle di fronte al pubblico di Pomeriggio 5. E adesso. Che il gioco abbia  inizio."


Ora, tornando in noi, siccome non credo di meritarmi tutto questo, e nemmeno chissà quale altro lugubre scenario, stenderò il mio programma per punti. Se lo rispetto entro una settimana, bene.
Altrimenti sapete cosa fare.
Sappiate però che immaginarmi il pupazzo di Saw m'ha terrorizzata. Quindi, vi prego, limitatevi agli insulti. Grazie.

Programma per punti da rispettare entro e non oltre il 30 di ottobre

1) Fare quelle tre telefonate importanti che devo fare
2) Contattare l'amministratore condominiale, prima che sia lui a contattare me. Tramite il suo avvocato
3) Andare in palestra
4) Continuare a cercare lavoro senza uscire fuori di testa
5) Trovare le giuste occasioni per fare foto ( se volete offrirvi come modelli/e, se avete qualcosa di carino da fotografare, contattatemi. No, se poserete per me non vi darò un centesimo, ma verrete ripagata dalla mia simpatia )
6) Rischiare, rischiare, rischiare. Chi non risica non rosica. Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino. A questo punto preferisco lasciarci lo zampino. Ma 'sto minchia di lardo prima o poi, lo voglio provare.

I punti 4, 5 e 6, dovrebbero essere poi prorogati fino a data destinarsi.

Che il gioco abbia inizio.


martedì 22 ottobre 2013

Il grande mah. Il grande boh.

Eccomi, fresca, fresca di ferie.
Tranquilla, serena e felicemente nullafacente.
Che poi siamo sempre lì, di cose da fare ne ho un milione. Il problema è che tra il dire e il fare c'è di mezzo la mia pigrizia.
Allora, visto che voi mi volete bene e ci tenete al mio benessere, facciamo un gioco divertente. Metterò giù un piano per punti, se lo rispetterò non ci saranno problemi.
Se non lo rispetterò, siete liberi di insultarmi quanto volete.
Mi raccomando, tirate fuori il peggio: siate scaricatori di porto, siate folli.
E per l'amor di dio non venitevene fuori con robe del tipo "Per dindirindina, LiLLy, non fare la stupidina", perché altrimenti vi insulto io.
Detto questo, tornare in quel di Milano, m'ha fatto un effetto stranissimo.
La vita laggiù scorre anche senza di me.
C'è chi si lascia, c'è chi si sposa, c'è chi ci riprova, c'è chi rimane incinta per sbaglio. C'è chi si meriterebbe qualche bella pedata nel culo. C'è chi è sparito e nessuno sa dove sia andato a finire.
C'è chi mi parla del mio ex a raffica, quando io vorrei semplicemente far finta che lui non esista più.
C'è chi mi chiede quando mi trasferisco ancora lì.
E io ci penso e mi dico che forse, perché no, a Milano potrei anche tornarci.

Dopotutto i miei amici più cari sono là e io con loro sto bene. Mi sento circondata d'affetto e di attenzioni.

Eppure quando ogni volta tornavo a casa, quando salivo da un treno all'altro, da una metro all'altra, e
pensavo a tutto il bene che provavo, mi sentivo ancora una volta svuotata.
Sarà stato quel primo freddo d'ottobre, quel cielo grigio e la sera che iniziava sempre troppo presto.
Mi riempie di tristezza ottobre, mi lascia addosso un senso di malinconia dolce-amaro. Molto più amaro che dolce, purtroppo.
E anche quando c'era il sole e faceva caldo, quasi non mi sembrava vero. Era innaturale. Era uno scherzo.

Chissà perché l'autunno mi fa quest'effetto.
Quando ero bambina mi riempiva di gioia vedere tutte quelle foglie colorate che danzavano nel vento.
Oggi no. Forse perché adesso, in mezzo alla corrente, ci sono io. Spinta un po' di qua. Un po' di là.
Ad ottobre dell'anno scorso persi il mio lavoro.
Il mio ex, dopo una serie di litigate paura, venne a riprendersi tutta la sua mercanzia.
Ad ottobre dell'anno scorso mi ritrovai senza niente e decisi di andarmene.

È passato un anno. Ed in quest'anno non è cambiato nulla. O almeno io la vivo così. Mi sento ancora senza niente. Senza un lavoro, senza un uomo, senza un futuro.

E poi mi dico quanto sono cogliona, che devo essere positiva, che è ancora "tutto da inventare" e "tutto da vivere". Sì, ma come si fa ad alleggerire il cuore, quando perfino gli affetti più cari non ti bastano più? Quando anche buttarsi in nuove esperienze non ti smuove quel grumo, quel nocciolo duro che ti porti dentro?

Stanotte ho sognato che ero in up, felice e leggera come una farfalla, pronta a spiccare il volo.
Oggi mi sento mah. O più precisamente boh. E ho sempre il mio milione e mezzo di cose da fare.
"Terra chiama LiLLy, terra chiama LiLLy"
Quasi, quasi metto la segreteria telefonica e non se ne parla più.

venerdì 18 ottobre 2013

Fase cazzeggio #2: il delirio di onnipotenza

E mentre sono qua a sbattere la testa contro il muro perché non so cosa fare della mia vita e cosa inventarmi per trovarmi un lavoro vagamente decente, ho scoperto di avere un'innata abilità fortemente spendibile nel mondo del lavoro. Sono bravissima a fare le rose con il didò. Non vedo l'ora di aggiornare la sezione "competenze" del mio cv.  Mi si apriranno possibilità infinite.


Magari finisco a fare la consigliera regionale dell'Emilia Romagna, chissà. 

martedì 15 ottobre 2013

Fase cazzeggio by LiLLy

Con lo smartphone pubblicare post mi costa una fatica immane, ma il blog mi mancava alquanto.
Un saluto a tutti da Milano.


mercoledì 9 ottobre 2013

Chiuso per ferie

Si, lo so. Sto latitando.
E che, sapete com'è, ho una vita piena e stimolante, non c'ho mica tempo di stare qui a cazzeggiare sul blog.

Pensate che l'intera giornata di lunedì l'ho dedicata ad una fantastica e divertentissima attività: la richiesta della disoccupazione.
Oggi posso confermarlo a tutti gli effetti: mi dichiaro ufficialmente, tristemente, angosciosamente disoccupata.
E grazie al cielo mi danno la disoccupazione piena, mica il Mini A Spl (si pronuncia miniaspi e vi assicuro che non è una droga sintetica anche se dal nome sembrerebbe proprio parente dell'MDMA).
Pensate che fare la spola tra il centro dell'impiego e la sede del sindacato a cui mi sono rivolta sia una  gran rottura di coglioni?
Absolutely not, mi sono fatta un sacco di risate.
A partire dal tizio del centro dell'impiego con cui mi sono fatta una bella chiacchierata.
Tematiche principali:
- il certificato di disoccupazione, chi, cosa, come, quando e perché (a proposito, se qualcuno si dovesse trovare nella malaugurata situazione di fare richiesta di disoccupazione, sappiate che il percorso nasconde non poche insidie. Io sono ferratissima sull'argomento, se avete domande chiedete pure)
-La musica rock anni '70
-Come scoprire nuovi gruppi rock su internet
-Il grigiume della periferia sud di Milano
-Ma a Monza c'è qualcosa di bello da vedere?
Il tutto mentre la ragazza che aveva il numerino dopo il mio ci guardava in cagnesco dall'uscio della porta rimasta aperta.
Tengo a precisare che di solito mi comporto in modo molto più civile.

Alla sede del sindacato ho  incontrato un tizio ancora più forte.
"Sei nata lo stesso giorno di mio figlio, lo sai?"
"Ah, ma davvero?"
"Sì e pure una mia cugina è nata quel giorno"
"Cazzo, allora dovremmo aprire un gruppo su facebook"
Ridiamo come due idioti.
"Te le faccio detrarre le tasse dalla disoccupazione?"
"Perché, ho scelta?"
"Tu vivi da sola?"
"No, con i miei genitori"
"Sai cosa succede se tu non paghi le tasse?"
"Mi portano via anche le mutande?"
"No, le fanno pagare poi ai tuoi genitori. Ma vai tranquilla. Se ti va bene non lo scopriranno mai"
"E sticazzi!"
"Allora? Che faccio? Le paghi tu?"
"Ma anche no!"

Sì, sono una figlia degenere. Ve l'avevo detto che sono un essere abietto. Nessuno mi voleva credere. Ma giuro e prometto qui sul blog che se la cifra sarà davvero esosa la pagherò io. Ne ho già troppi di peccati da espiare.

Per un po' non mi sentirete, sarò in vacanza. Mi auguro solo di riuscire a godermele. E di trovarmi un lavoro nuovo quando tornerò.
Mi sento svuotata. Ma non ci voglio pensare.

venerdì 4 ottobre 2013

Quando la geometria diventa un incubo

Quella sera ci mettiamo una cifra di tempo a raggiungere l'albergo.
Continuo a pensare che no. Non arriveremo mai.
Sono tesa. Tesa e incazzata.
Poi non so bene come, il tempo vola e ci ritroviamo a letto insieme.
Sto per fiondarmi su di lui, quando sento la porta che si apre.
E ci troviamo 'sto tizio che ci guarda dall'uscio
"O mio dio! Scusatemi! Ho sbagliato porta...e questa era aperta, davvero non volevo interrompervi!"
Si, si va bene, hai sbagliato porta ma adesso vai fuori dai coglioni.
Il tizio se ne va. Mi alzo e chiudo per benino la porta a chiave.
Mi ributto a letto, faccio ancora per fiondarmi su di lui, quando sento una chiave che si infila nella toppa e la porta che si apre.
Ma qui chi si deve ammazzare per avere un pochino d'intimità? Merda elevata all'ennesima potenza.
Mi giro e vedo questa tizia bionda che entra.
"Ciao LiLLy! Ciao (nome di lui)!"
E si avvicina al letto sorridendo.

Lei chi é? Come mai l'hai portata con te? Il suo ruolo mi spieghi qual é?
Io volevo incontrarti da sola semmai,
mentre lei, lei chi é, lei chi é,
già é difficile farlo con te... Mollala!*


"Scusa un attimo, non mi dire adesso che lei è la tua...ehm, la tua..."
Io ci provo, ma la parola proprio non mi esce
"No, LiLLy, tranquilla. Lei non è chi pensi tu. È solo una mia amica"
"Ah perché mò ce n'è pure un'altra? E poi?"
A me mi viene da vomitare. E non correggetemi l'a me mi.
Lei s'avvicina ancora di più, mi guarda sempre sorridendo e mi dice.
"LiLLy, ti va se mi fermo anche io qua con voi?"
"Tu te ne devi andare"
"No, ma non essere precipitosa, io..."
"No, non hai capito. Tu te ne devi andare fuori dal cazzo. E subito. Sciò, sciò, sciò"
E lei se ne va.

Mi giro verso di lui che ride.
Anziché incazzarmi. Anziché dirgliene quattro, faccio per rifiondarmi addosso per l'ennesima volta. Di violenza.
Ma lui mi scansa. Io per poco non finisco dritta, dritta sul comodino al posto dell'abat jour.
Lui non fa una piega e guarda l'orologio.
"LiLLy è già mattina, non abbiamo più tempo, io devo andare via e tu anche...."
"Ma come cazzo è possibile che è già mattina? Ma perché, perché non ne va mai bene una?"
Mi sale una rabbia furiosa così forte che iniziano a scendermi le lacrime.

In quel momento mi sveglio. Ho tutti i muscoli contratti e un dolore allucinante alla schiena.
La mia preghierina di benvenuto al nuovo giorno diventa un vaffanculo infinito.
Acchiappo il telefono.
E sticazzi sono le sei del mattino.
Poi vedo una sua mail. Leggo che è un po' preoccupato per me, leggo  tante parole sincere di comprensione.
Non posso dare la colpa a lui dei fantasmi miei.

Eppure quella sensazione lì non se ne vuole andare.


* "Triangolo" - Renato Zero, canzone gentilmente consigliatami da Joker in un commento.



P.S.: fate in complimenti a Blogger per la creatività. La scelta del testo bi-colore è sua. Non mia.

martedì 1 ottobre 2013

Puliti dentro e belli fuori



Lo vedete questo?




Si chiama Skype e l'ho creato io.
Io sono la sua mamma.
Trattasi nello specifico di un panino ai semi di zucca con wusterl, verdure grigliate, gorgonzola e salsa rosa.
Mi ricorda tanto il mio pc quando sono su Skype e c'è qualcuno dall'altra parte che mi sorride.
Solo a vederlo mi riempie di gioia, pace, affetto e serenità.
Perdonate la foto non riuscita molto bene, d'altra parte non avevo molto tempo per star lì a controllare le luci e a scegliere l'inquadratura giusta, io Skype me lo volevo magnare in fretta.
L'ho creato una notte, quando, appena tornata dal lavoro, sono stata colta da un violentissimo attacco di fame. Cosa che mi succede abbastanza spesso.
Una volta mi sono fiondata in cucina e ho azzannato una crostata alla marmellata con la stessa violenza di un leone che s'avventa sulla povera gazzella. Due fette abbondanti e mezzo dopo, ho addocchiato una bottiglia di vino. Mi ci sono attaccata a canna. Peccato solo che contenesse olio d'oliva. Ma questa è un'altra -triste- storia
Il problema è quello. La fame.
C'ho fame sempre, comunque e ovunque. In tutti i luoghi, in tutti i modi, in tutti i laghi (cit.).
Adesso per lo meno al lavoro mi faccio un mazzo quadrato e brucio tantissimo.
Ma prima?
Prima come cazzo facevo a bruciare a a smaltire tutte le schifezze che inghiottivo?
Tra cui tiramisù, piadine e pasta a quintalate, biscotti al burro con sopra il burro d'arachidi, insaccati d'ogni tipo, cioccolato, cioccolato e ancora cioccolato. Gelati, semifreddi, mousse. Brioches. Cappuccini. Donuts e muffin e cup cakes.
E che schifo.
E qui, miei cari amici, il problema non è la linea. Qui è la salute che va bellamente a farsi fottere.
Perché Skype, la fettazza di tiramisu da due etti o la piadina con grana, funghi crudi, speck, fontina, mozzarella e olio tartufato (l'avete mai provata? No? E allora cosa campate a fare?) per me non sono piacevoli eccezioni. Sono la regola.


Ecco, l'avete visto bene Skype? Sì? Allora salutatelo perché LiLLy ha deciso di diventare una persona diversa. LiLLy ha deciso di prendersi molta più cura di sé e lo fa partendo dall'alimentazione.
Che gli strappi alla regola, rimangano felici strappi alla regola.
Adesso gli alimenti principali dei miei pasti sono verdura, frutta fresca, frutta secca e legumi.
Magari, escludendo i lieviti, riesco ad eliminare anche l'annoso problema della pitiriasi versicolor, che, ogni due/tre mesi mi riempie di macchie bianche collo e schiena. E poi vallo a spiegare che sì è un fungo, ma no, non si attacca e no, non dipende dalla scarsa igiene personale. I primi appuntamenti con la pitiriasi versicolor possono tramutarsi in film horror-splatter nel giro di una bevuta.

I lavori sono in corso.
A breve lancerò il promo su youtube in cui potrete avere qualche brillante anticipo della LiLLy 2.0. La versione beta è già disponibile, se volete collaborare con la risoluzione di eventuali bug ve ne sarei grata.