mercoledì 16 gennaio 2013

Milano


Un po' mi dispiace lasciarla.
Anche se so che non è un addio, quei 350 chilometri che ci divideranno sono davvero troppi per me.
E non potrò mai ringraziarla abbastanza per avermi insegnato che c'è qualcosa oltre la provincia, qualcosa di più vivo e colorato che non queste quattro casette messe in croce, questo tempo sempre uguale a se stesso.
Sono cresciuta in un quartiere residenziale di provincia, pieno di villette a schiera, disposte in modo ordinato tra un prato e un altro, C'è tanto verde, tanti alberi. Ed è tutto pulito.
Una volta un mio amico è venuto qua e mi ha detto che sembra di essere in Svizzera.

L'aria però è pesante ed è sempre quella. Non ci son stimoli qui. Diventiamo grigi col tempo, io le persone con cui sono cresciuta. Ci preoccupiamo del nostro pezzettino, vogliamo sistemarci , costruirci una famiglia. Come si è sempre fatto e sempre si farà.
E nessuno si preoccupa di sentire quanto tutto questo ti faccia sentire vuoto dentro. Che poi il vuoto lo riempi e lo riempi male, con le cose sbagliate.
Forse sono io che il mio paesino proprio non lo riesco a capire, chissà. Forse siamo come due amici che dopo un po' che passano tutti i giorni insieme non hanno più niente da dirsi e iniziano a non sopportarsi più, a gettarsi addosso le proprie frustrazioni

Milano è l'evasione per me. Quando mi sono lasciata e avevo davanti tutto un mondo da riscoprire ho iniziato proprio da lei. Perchè l'aria che respiri sui Navigli e in porta Ticinese non la respiri da nessun'altra parte. Perchè Milano basta stare a guardarla e ti racconta una storia, e tu la racconti agli altri mentre ti butti in mezzo alla gente con l'iphone in mano fotografando chissà che cosa.
Milano per me ha rappresentato tutto quello che c'era ancora da vivere. Le sono profondamente grata per questo.

















Naviglio Grande
Pattini alla fiera di Senigallia
               
                      
via Montenapoleone


Vicino a Piazza del Duomo



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